Presentata a Roma la XXXIII edizione del Rapporto Immigrazione che evidenzia come il fenomeno sia affrontato con una “logica emergenziale”. Monsignor Baturi: fondamentale ribadire l’esigenza di uno sforzo condiviso nell’educazione dei giovani in un’epoca in cui il Mediterraneo è di nuovo infiammato dalla guerra

Gli stranieri più giovani degli italiani

Un altro dato che emerge è che la popolazione di cittadinanza straniera è nettamente più giovane rispetto a quella italiana: nella prima, la classe di età prevalente è quella fino a 17 anni (20,6%). Una nota positiva, inoltre, è legata alla crescita dell’occupazione per i cittadini stranieri. A guardare la tendenza generale in atto, tra il 2019 e il 2023, la domanda di lavoratori immigrati è aumentata significativamente con una crescita nelle assunzioni che riguarda tutti i livelli professionali. Ma rimane la criticità di assunzioni che sono prevalentemente a tempo determinato. I giovani migranti mostrano un tasso di occupazione superiore di quasi 10 punti percentuali rispetto ai loro coetanei italiani, sebbene il livello complessivo di occupazione nel Paese sia inferiore alla media europea. La questione dei Neet (giovani che non sono impegnati né in attività lavorative né in percorsi educativi o formativi) è particolarmente rilevante. Nel 2023, in Italia si sono registrati circa 1,4 milioni di giovani Neet, con una prevalenza significativa di italiani (85,1%), seguiti da giovani comunitari (2,9%) e non comunitari (12%). Il fenomeno dell’abbandono scolastico, noto come Elet, è un altro aspetto critico, soprattutto tra i giovani stranieri non comunitari: quasi un terzo di loro (29,5%) lascia prematuramente la scuola, un tasso che è circa tre volte superiore a quello dei giovani italiani (9%). Questo fenomeno è particolarmente evidente tra i giovani provenienti da Sri Lanka, Bangladesh e Senegal, dove più della metà dei giovani non completa il percorso di studi superiori.

I cristiani sono la maggioranza assoluta

Il rapporto, infine, evidenzia anche come all’inizio del 2024 i cristiani siano tornati ad incidere sul totale della popolazione straniera iscritta nelle anagrafi dei comuni italiani per il 53% del totale, mantenendo il proprio ruolo di maggioranza assoluta; quello di maggioranza relativa passa per molto poco ai musulmani, col 29,8% d’incidenza (1 milione 582 mila). Nella pratica religiosa comunitaria il ruolo dei cattolici immigrati – consacrati e laici, provenienti da Paesi extra-europei e in massima parte più giovani rispetto agli autoctoni – appare fondamentale.